Giovedì 21 aprile si è svolta presso Copernico Milano, la quarta edizione milanese degli “Explore Talks”, occasione di ragionamento ed ispirazione sui temi del design e dell’innovazione aperto a tutti.
Il topic che abbiamo sviluppato in questa occasione è stato davvero “sfidante”, ovvero come le situazioni estreme possono stimolare l’innovazione, la creatività e la capacità di trovare soluzioni e, soprattutto, come il design assuma un certo ruolo in questo scenario.
Il primo intervento è stato di Giuseppe Grandinetti, Global Digital Director Vibram, che ha raccontato la storia della nascita e dello sviluppo del brand e dimostrato, attraverso diversi esempi di prodotto e brevetti, come Vibram incarni perfettamente un’organizzazione che ha nel proprio DNA e nella propria storia lo studio del design per le situazioni estreme e come il design sia stato applicato da Vitale Bramani, noto alpinista e fondatore di Vibram, brand che ha preso le iniziali dal fondatore e che l’anno prossimo celebrerà i suoi primi 80 anni.
Giuseppe Grandinetti ha presentato per la seconda volta in Italia “Hero” (Harvesting of Energy in Rubber Outsole), il primo prototipo di scarpa in grado di convertire l’energia del movimento in energia elettrica utilizzabile per caricare dispositivi ed integrato con la suola intelligente “SmartSole”. Il progetto è statto sviluppato in collaborazione con IIT (Istituto Italiano di Tecnologia) – Centro per MicroBioRobotica di Pontedera (PI) e su licenza di InStep NanoPower, proprietaria del brevetto, azienda americana specializzata nello sviluppo di soluzioni basate sulle nanotecnologie nei settori delle energie rinnovabili, della nanofabbricazione e micro- e nanofluidica.
In futuro, gli studi non escludono la possibilità di sfruttare l’energia prodotta e accumulata anche per produrre calore, intervenendo quindi in quelle situazioni climatiche dove le temperature sono rigide e problematiche.
Nel 2015 l’azienda ha presentato, in collaborazione con Lenovo, la prima smart shoe che prevede un sistema di navigazione guidata tramite GPS e la possibilità di comunicare con i dispositivi Lenovo attraverso un pannello LED, registrando i dati degli utenti che la indossano.
Il secondo intervento è stato a cura di Stefano Prosseda, Coordinatore Ecosystem Edilizia, IDM Südtirol–Alto Adige (azienda speciale della Provincia e della Camera di Commercio di Bolzano). Il territorio dell’Alto Adige è uno dei pochi posti al mondo in cui le tecnologie alpine hanno a disposizione le condizioni ideali per svilupparsi, proprio perché in questi luoghi dove l’ambiente e il clima hanno spesso connotati “estremi”, l’uomo ha dovuto necessariamente imparare ad affrontare gli ostacoli posti dalla natura in modo altamente funzionale e abbinando sempre una forte componente tecnologica. Questa situazione oggettiva ha favorito la nascita e lo sviluppo di tutta una serie di aziende leader di mercato e di innovativi operatori di nicchia in tutti i settori delle tecnologie alpine: dalla tecnologia applicata agli sport invernali e fino alle soluzioni in materia di sicurezza in montagna, dalla protezione civile all’edilizia sostenibile.
Stefano Prosseda ha presentato il metodo “Under Construction”, uno dei migliori modi per entrare in contatto con la filiera delle costruzioni innovative altoatesina.
Dalle situazioni estreme in alta quota gli stimoli sono poi arrivati “dallo spazio”. E’ stata infatti la volta di Alessio Fanfani, System Engineer di D-Orbit, startup milanese che attraverso le tecnologie che sviluppa, sgombera lo spazio dai detriti spaziali, satelliti in disuso che stanno affollando le orbite operative, con il rischio sempre crescente di collisione fra di loro e con satelliti funzionanti, e, un domani, con il rischio di impatto a terra incontrollato.
La missione di D-Sat, satellite interamente progettato e prodotto da D-Orbit, rappresenta la prima risposta concreta al suddetto problema, perché in grado di provvedere allo smaltimento attivo e controllato del satellite. D-Sat, sarà il primo satellite nella storia ad essere rimosso dalla sua orbita operativa con un rientro a terra attivo e controllato dalla startup, al termine della propria missione sperimentale.
Dallo spazio siamo poi arrivati alla luna…
grazie all’intervento di Gabriele Insardà, Marketing Manager Commercial Goodyear Dunlop Tires Italia, focalizzato sul DNA innovativo di Goodyear che ha portato allo sviluppo di soluzioni concrete che oggi appaiono “estreme” ma che in un prossimo futuro diventeranno soluzioni di uso comune.
Il momento di ispirazione firmato Goodyear è partito dal veicolo marciante che ha viaggiato sulla luna, fino ad arrivare ai Goodyear Eagle 360 del futuro.
Dopo aver esplorato le condizioni per progettare per la terra, le altitudini estreme e lo spazio, abbiamo dedicato l’ultima parte di questa edizione molto ricca e partecipata degli Explore Talks alla gestione delle situazioni di emergenza.
Lo abbiamo fatto grazie alla testimonianza del Disaster Manager Leonardo Cerri, che ha approfondito il ruolo del Disaster Manager e la sua applicabilità nei contesti aziendali, portando anche un benchmark con il FEMA, l’equivalente americano della Protezione Civile italiana e su come i cittadini americani vengano preparati all’auto-organizzazione per far fronte a condizioni di emergenza.
L’ultimo intervento è stato a cura di Giovanni Edoardo Visone, Responsabile Comunicazione Intersos Onlus, ha approfondito le modalità con cui le organizzazioni non governative (ONG) possano divenire partner di innovazione per progettare e testare prodotti in situazioni estreme. Infatti i Professori Govindarajan e Trimble nel loro libro Reverse Innovation hanno affrontato la tematica di come soluzioni sviluppate nei Paesi in via di sviluppo possano essere riesportate per diventare prodotti di successo anche in mercati maturi.
Per approfondire ulteriormente i vari interventi consulta lo storify dedicato: https://storify.com/CoppaLandini/explore-talks-on-design-for-extreme-situations